Esistente già nella seconda metà del Duecento, la prima descrizione dell’edificio ci è data dal Vescovo Rovellio in occasione della sua visita pastorale del 3 luglio 1585: il presbiterio, a volta e affrescato, conteneva la tavola del Marescalchi, mentre la piccola navata era pavimentata con tavole di legno. Lateralmente vi era il campanile in muratura, alto circa 15 metri.
Sul timpano della porta degli uomini (laterale sinistra) è scolpita la data 1633 interrotta dal monogramma di Cristo. È la principale testimonianza dell’ampliamento seicentesco che interessò il coro, la navata e i due altari laterali.
Attorno al 1720, causa l’aumento della popolazione, si allungò l’aula spostandone gli altari, erigendo l’orchestra e l’attuale cupola del presbiterio.
A fine lavori, nel 1734, la chiesa venne consacrata dal Vescovo Suarez. La definitiva sistemazione alla navata, con la realizzazione dell’attuale soffitto, fu data infine nel secolo seguente, su probabile progetto del feltrino Giuseppe Segusini. Venne quindi riconsacrata dal Vescovo Renier nel 1857.
Il campanile cinquecentesco fu ricostruito tra il 1721 ed il 1745, come testimoniano le date incise rispettivamente ai piedi e alla sommità della costruzione, su progetto dell’architetto locale Antonio Schio. È in pietra locale a vista: per l’occasione fu aperta una cava sopra Aune. Nell’Ottocento venne sopraelevata la cella campanaria e sostituita la copertura con l’attuale a cipolla. L’orologio vi fu inserito nel 1864. Oggi il campanile è alto 37 metri.
L’interno, ad aula unica, con due altari laterali oltre al maggiore, presenta un massiccio cornicione classico che corre sulle pareti sostenuto da lesene.
Dietro l’apparato ottocentesco del presbiterio si trova la pala del feltrino Pietro de’ Marescalchi (1522-1589), inquadrata da due paraste corinzie.
È un pregevole olio su tavola raffigurante la Madonna con Bambino tra i Santi Pietro Apostolo e San Lorenzo Martire, datata al quinto decennio del XVI Sec. e restaurato nel 1989. L’opera, per influenze, impostazione ed uso dei colori, rientra a pieno titolo nel manierismo veneto dell’epoca.
Di lato sette-ottocenteschi sono gli stalli lignei e i due angeli oranti, mentre dal soffitto pende la corona regale in legno dorato (XIX Sec.).
La sovrastante cupola venne affrescata, ma ridipinta successivamente, da un ignoto artista feltrino verso la fine del Settecento con l’Assunzione di Maria al centro e negli spicchi Mosè, Elia, San Paolo Apostolo e San Giovanni Battista.
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