Anello del Monte Avena

Anello del Monte Avena

INFORMAZIONI UTILI:

Partenza e arrivo: Malga Casere dei Boschi (1253 m s.l.m.)

Località attraversate: Campon, Campet, Le Buse

Segnaletica: frecce direzionali bianche e blu con la scritta “Anello del Monte Avena”

Lunghezza del percorso: 6,1 km

Dislivello: 239 m

Durata: ore 2.30

Difficoltà: media

Attrezzatura consigliata: scarpe sportive

Periodo consigliato: tutto l’anno; piacevole in estate per le fioriture dei pascoli sommitali e in autunno per i colori del paesaggio; in inverno è molto suggestivo, ma occorre fare attenzione all’eventuale presenza di ghiaccio sul fondo stradale e alle intersezioni con le piste da sci e gli impianti di risalita.

Punti d’interesse: paesaggio e sito archeologico del M. Avena, punto di decollo di parapendii e deltaplani, Malga Casere dei Boschi, Malga Campet, Malga Campon, punto panoramico di Croce d’Avena.

Note: Itinerario di media durata e con dislivello contenuto, che si snoda tra Casere dei Boschi e la sommità del Monte Avena; il tracciato non presenta particolari difficoltà, eccetto alcuni tratti ripidi e a volte fangosi. Può essere percorso anche in mountain-bike, con un po’ d’esperienza e allenamento.

Ci si trova in un ambiente naturale che esige rispetto:

  • Divieto di raccolta di fiori
  • Divieto di balneazione
  • No agli schiamazzi
  • Divieto di accensione fuochi
  • Non lasciare in giro rifiuti, ma gettali negli appositi spazi (anche i mozziconi di sigarette, i fazzolettini, le mascherine e il rifiuto umido)
  • I minori devono essere accompagnati
  • I cani devono essere tenuti al guinzaglio e le loro deiezioni raccolte
  • Non uscire dal sentiero
  • Non disturbare la fauna locale

Si suggerisce di informarsi tramite il sito dell’ARPAV su eventuali perturbazioni prima di intraprendere il percorso.

L’anello delle malghe del Monte Avena è una camminata facile che permette di godere un panorama davvero lodevole a nord sulle Vette Feltrine, con il Monte Pavione la cima più alta, mentre a sud sul Massiccio del Monte Grappa, con evidente la cresta Fontana Secca, Solaroli, Col dell’Orso, Cima Grappa, il Monte Tomatico e subito sotto il Lago del Corlo. Una piccola visuale anche a est verso i Lagorai con cima d’Asta e a ovest sull’Altopiano di Asiago con Cima XII. Un panorama veramente a 360 gradi!

In primavera è l’ambiente ideale per ammirare la fioritura dei Crocus, che, sbocciando al disciogliersi della neve, riempiono tutti i pascoli del monte regalando la visione di un paesaggio unico.

In estate, poi, è possibile sostare nelle malghe poste lungo il percorso: Malga Campet e Malga Campon. Da quest’ultima è possibile raggiungere la Croce d’Avena, che scruta dall’alto il Lago del Corlo.

Per gli amanti del parapendio, poi, il Monte Avena viene denominato anche il “cielo dei campioni” in quanto famoso luogo di decollo per coloro che amano questo sport e località in cui si svolgono i Campionati Italiani di Parapendio. 

Si parte a piedi dalla località Casere dei Boschi, situata all’incirca a metà del dolce crinale che collega il Passo di Croce d’Aune con la cima del Monte Avena. Qui si trova una malga di proprietà del Comune di Pedavena, inserita nel perimetro del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Vi sono anche un ampio parcheggio ed un’area attrezzata per il pic-nic.

Imboccata la strada sterrata in salita dalla malga, si devia subito a destra sul pendio erboso. Si risale quindi il prato, che all’inizio della primavera è tempestato di crochi bianchi e viola, conquistando via via una posizione panoramica sulle Vette Feltrine. Si procede piacevolmente, distratti dai versi degli uccelli che popolano il bosco e dalle tracce lasciate da altri animali. Se d’inverno sono frequenti le impronte della lepre sulla neve, non appena questa si scioglie compaiono i reticoli di gallerie costruiti dalle arvicole. Più su si osservano alberi di faggio un po’ stentati e contorti, probabilmente una conseguenza dei morsi del bestiame al pascolo.

Dopo circa mezz’ora di cammino la pendenza si riduce, in prossimità del cippo in porfido che segna il confine tra il comune di Pedavena e quello di Fonzaso. In breve si guadagna il pianoro sommitale del Monte Avena e la visuale si apre ad ampio raggio sulle Vette, la catena del Lagorai, il gruppo montuoso di Cima d’Asta, l’altopiano d’Asiago e il massiccio del Grappa (da nord a sud). Seguendo dapprima la traccia su prato, poi la rotabile a fondo sterrato, si possono raggiungere Malga Campon e, deviando a sinistra prima della malga, la Croce d’Avena, affacciata sullo scosceso versante che sovrasta la piana di Fonzaso. Tra marzo ed ottobre il pascolo si riempie di profumi e colori, quando fioriscono botton d’oro, campanule, genziane, orchidee e le meno appariscenti graminacee.

Ritornati sui propri passi fino nei pressi della stazione d’arrivo della sciovia, ci si incammina lungo la strada che dolcemente scende verso Casere dei Boschi. La passeggiata è molto gradevole per il panorama che si gode da quassù e, se le condizioni sono favorevoli, per il veleggiare di colorati parapendii e deltaplani. La pista di decollo del Monte Avena è conosciuta a livello internazionale ed ospita periodicamente importanti competizioni di volo libero.

Poco più di un chilometro a valle, passando sotto allo skilift, si incontra un crocevia; continuando lungo la via principale, in circa 30 minuti si scende direttamente a Casere dei Boschi. L’itinerario invece prosegue in discesa lungo il crinale, evitando la comoda mulattiera sulla destra; attraversato il bosco di abete rosso, con qualche macchia di lampone, si esce su una bella radura prativa dove sorgono i rustici di Stalle Buse. Da qui, passando davanti agli edifici, si scende in pochi minuti fino alla strada asfaltata, in prossimità dell’ampio parcheggio dello Chalet alle Buse, punto di partenza della principale pista da sci del Monte Avena. Seguiamo quindi verso sinistra la strada asfaltata che, in leggera salita, oltrepassa alcune vallecole boscate e l’Albergo Sporting, permettendoci di ritornare rapidamente al punto di partenza. 

 

 

APPROFONDIMENTO SU… Il sito archeologico del Monte Avena 

Nel Pleistocene, la cima del Monte Avena emergeva rispetto al grosso spessore di ghiaccio che rivestiva il vallone bellunese. Ciò ha fatto sì che i sedimenti, accumulatisi nei millenni sul piano sommitale e sulle pendici, non siano stati asportati, permettendo la conservazione delle vestigia umane più antiche. Negli anni 1984-86, gli archeologi dell’Università di Ferrara hanno effettuato uno scavo di grande interesse scientifico, in una piccola depressione adiacente alla strada che porta a Malga Campon. Approfondendo gli strati sono stati raccolti pochi manufatti del Paleolitico medio (Musteriano), prodotti dall’uomo di Neandertal circa 60.000 anni fa. Numerosi invece i reperti appartenenti alla cultura del Paleolitico superiore (circa 30.000 anni dal presente). Nei livelli più alti dello scavo sono stati raccolti gli strumenti prodotti circa 5.000 anni fa dagli ultimi uomini della cultura neolitica e dai primi utilizzatori del rame. Infine, in un avvallamento del Campon d’Avena, sono stati individuati frammenti di vasi riferibili alla prima età del Ferro: sono l’indizio della presenza di accampamenti di allevatori di epoca protostorica.

Sulle tracce dell’uomo preistorico

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